Nella giornata del 18 gennaio, visitatori, curatori e staff museali hanno contribuito a diffondere su Twitter i loro selfie museali utilizzando come hashtag #museumselfie.
La social media strategy adottata dai musei di tutto il mondo ha visto il veicolare del proprio contenuto, attraverso la partecipazione attiva del visitatore post-contemporaneo, in veste di osservatore, critico e anche editore di contenuti digitali. L’identità di un museo è dunque passata inequivocabilmente attraverso la qualità del contenuto digitale veicolato dall’utente/visitatore.
L’iniziativa del #museumselfie è stata rilevante anche in termini quantitativi e il monitoraggio attivato da SocialMeter Analysis, condotto dal 23 dicembre 2016 al 18 gennaio 2017, riporta un totale di 18.273 tweet. Per quanto concerne il monitoraggio della sola giornata del 18 gennaio, il totale di tweet è di 12.929 in 24 ore.
Questi numeri richiedono una riflessione orientata alla comprensione di un fenomeno che tocca da vicino una realtà singolare come quella dei musei e che molto presto dovranno saper far parte di una comunità digitale iperconnessa in grado di condividere (nell’accezione social del termine) il suo patrimonio artistico. Grazie all’iniziativa internazionale di Mar Dixon, le varie realtà museali che hanno scelto questa occasione per poter essere taggate dimostrano di aver già compiuto un’estroflessione di carattere culturale.
I 12.929 tweet non sono altro che la prova di come i musei siano riusciti a lavorare in due direzioni: i visitatori in carne e ossa, che un attimo prima entrano per scattare i selfie con le varie opere d’arte, escono in seguito come veri visitatori digitali pronti a creare cicli infiniti e identità infinite del loro museo preferito – tweet dopo tweet, retweet dopo retweet.
È degno di nota specificare che il numero totale dei tweet include non solo la presenza dei visitatori/utenti che si propongono come ambasciatori museali ma sorprendentemente anche numerosi direttori e staff operativo i quali hanno contribuito a rappresentare in prima persona i loro musei come, per esempio, @MaritimeMusBC, @NS_Museum, @TheMERL, @BM_AG.
Per quanto concerne la categoria dei Top User, la piattaforma SocialMeter Analysis riporta i primi tre utenti protagonisti in termini di numero di tweet: @mardixon con 141 tweet, @francois_poulin con 95 tweet e @nuevamuseologia con 77 tweet. Questi numeri dimostrano un’asse che va in tre direzioni geografiche differenti, nel caso di Mar Dixon, promotrice di #museumselfie abbiamo la realtà anglosassone, al secondo posto Francois Poulin, analista di Montréal, rappresenta il Canada, e al terzo posto abbiamo la rivista scientifica per la divulgazione museale in lingua spagnola.
L’osservatorio attivato da SocialMeter Analysis ha monitorato anche le Top Mention che riportiamo di seguito: @museumselfieday (2.417 tweet), @mardixon (347 tweet), @cnn (319 tweet) e @museelouvre (274 tweet). In base a questi dati l’elemento sorpresa è l’emittente televisiva americana, la quale ha espresso una sensibilità particolare verso questa iniziativa veicolando un numero non indifferente di contenuti.
In termini visual la piattaforma Photostream ha rilevato un totale di 9.494 foto, con 6.282 foto provenienti da Twitter (incluse quelle retwittate) e 3.212 da Instagram. Per quanto concerne il numero “puro” di fotografie twittate (senza il retweet), individuate da SocialMeter Analysis è di 3.384. I dati appena elencati indicano una sorta di pareggio tra il numero di foto postate su Instagram e quelle su Twitter. La riflessione da fare in base a questi risultati si traduce nella maniera seguente: i contenuti di natura visual in relazione ad una cultura di tipo museale hanno trovato una vera community social all’interno della quale esprimersi con un ventaglio di selfie, taggando i vari musei.
I dati di questo monitoraggio mostrano come la cultura museale stia attuando una vera e propria social museum strategy, segnando un passaggio dall’introflessione culturale (il museo accoglie i visitatori che non sono ancora digital) a quella dell’estroflessione (sono i visitatori ad accogliere i musei all’interno dei loro profili social). Tale dinamica segna un cambiamento radicale: stiamo vivendo l’eterno ritorno dei tweet tramite i retweet, onde il termine taggare non è più accettabile tradurlo con la parola etichettare, tutto il contrario, taggare significa “rappresentare” a tutti gli effetti un certo tipo di topic: il museum day è uno di quelli!
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