Un hashtag per parlare del malfunzionamento di Twitter, su Twitter
Nella mattinata di ieri, 19 gennaio, il social network Twitter è stato inaccessibile per diverse ore a causa di un problema tecnico. Niente di particolarmente grave, penseranno alcuni, se solo non si trattasse del quarto malfunzionamento su scala globale nel giro di neanche un mese.
Il down ha subito suscitato il malcontento dei Twitter-addicted e dei Social Media Manager. I primi si sono ritrovati improvvisamente privati dell’abitudine di fare di ogni loro movimento un oggetto di cronaca. I secondi, i più gravemente colpiti, sono stati impossibilitati ad accedere a uno dei loro spazi di lavoro più importanti, con conseguenze anche rilevanti. Il rovescio della medaglia, poi, è stata l’ironia, immancabile nei social network, che si è scatenata da parte di coloro che, evidentemente, di Twitter non ne hanno mai sentito il bisogno, e che si sono schierati dalla parte del team Facebook scegliendo la via del sarcasmo, grazie a gif e vignette ironiche.
Il 2015 è stato un anno difficile per il colosso dei social network. La crescita dei nuovi iscritti a Twitter ha subìto, durante lo scorso anno, battute di arresto preoccupanti, che si sono sommate a un notevole scossone causato dalle dimissioni del ceo Dick Costolo. Tutti speravano di poter archiviare un anno nero e cominciare il 2016 con propositi di crescita e rinnovamento (come l’aumento dei caratteri a disposizione), ma pare proprio che i grattacapi non siano ancora finiti, perché ben quattro down sono stati registrati tra il 2 e il 19 gennaio, suscitando la furia (e l’ironia) di molti iscritti.
SocialMeter Analysis ha monitorato l’andamento dell’hashtag #TwitterDown, che ha iniziato a raccogliere migliaia di post non appena il social è tornato disponibile. Il picco di parlato si è registrato tra le 14 e le 15, con quasi 3mila tweet. In meno di 24 ore, poi, la piattaforma di monitoraggio ha collezionato oltre 35mila tweet che hanno coinvolto più di 26mila utenti, principalmente dagli Stati Uniti e dalla Spagna (l’Italia figura al quinto posto).
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